#OpGreenRights Xylella il batterio killer

Buon Anno da parte di Anonymous Italia.
   
Vogliamo iniziare questo nuovo anno proponendo il commento sul nostro blog di un utente:
      
In vista delle prossime rivelazioni di domani ed in considerazione della vostra attenzione verso l’ambiente vi chiedo se fosse possibile cercare di capire (o meglio scoprire) come e perché nella mia amata terra, il Salento, stiamo assistendo da 10 anni allo scempio della XYLELLA, il batterio che ha cambiato per sempre la nostra terra, cultura, paesaggio ed economia. 
Tutti noi Salentino abbiamo un appezzamento agricolo con diversi ulivi che ormai sono ridotti a scheletri grigi. 
Ci hanno parlato di complotti, depistaggi, politici marci, mafiosi o madre natura… Ma la verità qual è? Chiedo a voi, gli unici al di sopra di tutte le parti e sempre al fianco degli onesti di poter strizzare un occhio nella regione Puglia aiutandoci a capire perché dei nostri nonni e avi ora non rimane più nulla. Grazie Anonymous, siete il motivo per cui credere ancora nelle persone.
   
Ma andiamo un po’ più a fondo della situazione spiegando un po’ cosa è la cosidetta XYLELLA.
   
La xylella è un batterio che distrugge gli alberi. Una decina di anni fa è arrivato nel Salento e gli è piaciuto davvero tanto. 
Caldo, secco, tanto sole, un insetto locale (la sputacchia) che lo porta in giro infettando centinaia di km quadrati di uliveti.
L’unico pesticida che funzionava era illegale per pericolo di inquinamento. Aggiungi un paio di inverni tiepidi ed è stata subito un’invasione.
La soluzione è tagliare TUTTI gli alberi a cento metri da uno infettato, come da regolamenti EU. 
   
Il complesso del disseccamento rapido dell’olivo, abbreviato in CoDiRO (Olive Quick Decline Syndrome, o OQDS, è una patologia che colpisce le piante di ulivo, la patologia è causata da un particolare ceppo batterico identificato come Xylella fastidiosa).
Cause della diffusione del CoDiRO la concomitanza di vari fattori: 
  • introduzione della specie batterica sul territorio salentino
  • presenza di un efficace vettore del batterio, la sputacchina media (Philaenus spumarius)
  • condizioni bioclimatiche anomale, negli anni 2000, favorevoli alla diffusione del batterio
  • messa al bando dei presidi fitosanitari a base di esteri fosforici (organofosfati), che sono efficaci nel controllarne lo sviluppo
  • abbandono di cure e pratiche colturali, con conseguente riduzione degli impianti a uno stato di quasi-abbandono
Il CoDiRO è oggetto di un intenso programma di ricerca condotto da enti scientifici pugliesi (Università degli studi di Bari, Consiglio nazionale delle ricerche, CRA-Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura di Locorotondo), in collaborazione con istituzioni accademiche statunitensi (Università della California a Berkeley) e con centri di ricerca internazionali (Istituto Agronomico Mediterraneo). 
Il 5 febbraio 2015, il lavoro di ricerca ha ricevuto una battuta di arresto a seguito dell’iniziativa investigativa della Procura di Lecce che ha ordinato il sequestro di una dozzina di computer a disposizione dei ricercatori dell’università e del CNR, prelevati dai laboratori o accecati con rimozione degli hard-disk.
Nel dicembre 2015, nuove azioni della magistratura inquirente si sono rivolte verso la comunità dei ricercatori che si sono occupati del CoDiRO, sequestrando al tempo stesso le piante delle quali era prevista l’eradicazione per contenere l’epidemia. In pratica, individuato un olivo infetto, occorre abbattere non solo lui, ma tutti quelli circostanti in un raggio di cento metri per impedire che un insetto in particolare, la Aphrophora alni, più nota come Sputacchina, trasporti il batterio di albero in albero.
Nel mese di febbraio 2015, l’allora capo della Protezione civile, il prefetto Franco Gabrielli, nomina il responsabile regionale del Corpo forestale, Giuseppe Silletti, commissario ad acta affinché, in collaborazione con l’Istituto per le attività irrigue e forestali della Regione Puglia, proceda agli abbattimenti e porti così a compimento gli adempimenti voluti dall’Europa.
È a questo punto che nasce il conflitto.
Su pressione di gruppi di agricoltori locali e di gruppi di ambientalisti, interviene la magistratura. Nella fattispecie, la Procura della Repubblica di Lecce che da un lato dispone il blocco del taglio degli olivi perché, sostiene, non c’è una prova scientificamente fondata che la Xylella sia la causa del Complesso di disseccamento rapido degli olivi e, dall’altro, accusa alcuni ricercatori dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del CNR di Bari di aver deliberatamente infettato le piante del Salento.
Negli atti resi pubblici dalla Procura di Lecce, non si sostiene solo che non c’è un nesso di causalità tra batterio e malattia, ma anche che la Xylella fastidiosa non è affatto una specie aliena, ma è presente da tempo immemore in Puglia e ce ne sono almeno nove ceppi diversi.
Dunque, secondo la Procura, la Xylella fastidiosa non costituisce affatto un pericolo per gli olivi della Puglia.
Quanto all’accusa ai ricercatori del CNR, molti la considerano contraddittoria: se la Procura è convinta che Xylella fastidiosa sia un batterio innocuo ed endemico e che gli scienziati dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del CNC ne fossero ben consapevoli, perché avrebbero dovuto comportarsi come untori?
E la domanda dunque è: chi deve decidere su come contrastare una minaccia epidemica, l’autorità politica sentita la comunità scientifica internazionale o la magistratura?
La mancata risposta a questa domanda fa sì che il giusto e normale dialogo tra comunità scientifica e magistratura spesso degeneri in un conflitto che da un lato getta discredito sul paese e dall’altro fa aumentare i rischi ambientali e sanitari.
L’Italia viene sottoposta a sua volta a un procedimento di inchiesta dell’Europa e si espone a severe sanzioni per non aver rispettato l’ordine delle autorità fitosanitarie dell’Unione.
    
    
Quindi, di chi è la colpa di questa situazione?
Andando senza un particolare ordine:
Dio: per forza
Gli ambientalisti: per essersi preoccupati degli alberi esistenti, senza considerare gli effetti dell’infezione sul territorio
Gli agricoltori: per non avere accettato una soluzione drastica (l’abbattimento) ma sopravvivibile nel tempo, invece di aspettare e abbandonare campi ormai inutili
La Procura di Lecce: per considerare la “legge e codici” al di sopra di scienza e ragione
I (tanti) politici locali: che hanno pianto, urlato, e cambiato opinione ad ogni cenno dai grandi coltivatori Pugliesi orrificati dlla perdita dei profitti
Il Governo Italiano: per la mancanza di azione, qualsiasi.
Noi siamo Anonymous. 
Noi siamo legione. 
Noi non perdoniamo. 
Noi non dimentichiamo. 
Aspettateci!

Mininstero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali
catalogoviti.politicheagricole.it

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Società di Gestione Entrate e Tributi
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Concessionaria del Servizio Nazionale della Riscossione,  per supportare gli Enti pubblici e privati nelle attività connesse e complementari alla gestione delle proprie entrate.

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CVPC Lecce
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Coordinamento delle associazioni di volontariato e dei gruppi comunali di protezione civile della provincia di Lecce 

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Provincia Foggia
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Table: amministratori [5 entries] username/password (non cifrata)
Table: docenti [25 entries] id/email/cod_fiscale/username/password (non cifrata)
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Table: iscritti [5830 entries] id/mail/Cognome/Nome/pwd/data_nascita,cod_fisc << MOLTI DUPLICATI
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